Sabato 17 Aprile 2004


Premio Totola. Alle 21 al Camploy

I lieder di Schumann,
incroci amorosi
in chiave surreale


Le alchimie e gli incroci amorosi riletti in una cornice surreale: questo il tema su cui si snoda «I lieder di Schumann», la commedia di Gianfranco Loffarelli che la Compagnia Linea di Confine di Monterotondo mette in scena stasera alle 21 al Teatro Camploy nell'ambito della rassegna d'autore contemporaneo Premio “Giorgio Totola”, organizzata dall’assessorato allo Spettacolo del Comune di Verona.
La vicenda - parzialmente ispirata alle «Affinità elettive» di Goethe - è quella di quattro personaggi che si incontrano in una cena e si innamorano, per le sottili affinità elettive che li uniscono.
Tanto repentino è il loro colpo di fulmine quanto senza storia: infatti tornano dai loro rispettivi partner.
Perché? Qui inizia l'indagine sottilmente psicologica di Loffarelli che a poco a poco svela la vera natura di ognuno e il loro differente modo di amare.
«Carla ama in modo borghese, lasciandosi condizionare dalle regole della società, senza mai abbandonarsi», analizza Maria Teresa Costa, che ha curato la messa in scena e la regia del lavoro di Loffarelli insieme a Vera Onorato.
«Edoardo non sa vivere l'amore, perché percepisce solo “l’idea dell’amore” che egli stesso si costruisce di volta in volta, in maniera piuttosto infantile. Anche il professore in realtà è un bambinone, che si innamora delle sue alunne perché solo con loro si ritrova. Infine Ottilia condivide con Edoardo l’affinità per la musica: lei ama soprattutto quella lirica, perché si identifica con le eroine romantiche del belcanto».
In realtà ognuno si specchia nel partner scelto perché in lui rivede, riconosce e ama solo se stesso.