Premio
Totola. Piacevoli «I Lieder» di Linea di Confine
Il rapporto di coppia
raccontato con brio
Lui, il pianista Edoardo, è sposato con Carla, collega di Conservatorio che si dà alla medicina e diventa chirurgo. L'altro è un professore di italiano che si innamora di Ottilia, cantante lirica dal singolare nome che suo padre volle darle ispirandosi all'eroina del romanzo di Goethe, Le affinità elettive.
Ed è proprio il famoso libro dello scrittore tedesco a fare da filo conduttore alla breve ma intensa commedia I Lieder di Schumann che la compagnia romana Linea di Confine ha proposto al Teatro Camploy come quarto appuntamento del Premio Giorgio Totola, organizzato dal Comune e dedicata alla memoria del regista e attore veronese scomparso.
Lo spettacolo, che porta la firma registica a quattro mani di Maria Teresa Costa e Vera Onorato, con incalzante sceneggiatura di Giancarlo Loffarelli, ha scavato nel rapporto di coppia mettendo a nudo i sentimenti e il loro possibile affievolimento quando subentra la routine quotidiana.
In appena un'ora di rappresentazione intensissima, briosa, concepita come un cortometraggio con tanto di flash back e fermo-immagine, si è raccontato come l'amicizia fra i quattro protagonisti sfoci, in un rimescolamento delle carte in tavola, nel gioco dell'innamoramento e dell'amore. Come succede nei testo di Goethe, reso celebre anche dall'omonima versione cinematografica, il marito infatti si innamora della compagna dell'altro e alle restanti pedine non resta che unirsi in un provvisorio sodalizio. Il tutto all'insegna della musica, viscerale passione del gruppo e in particolare delle "romanze" del musicista e compositore romantico Schumann.
Applausi a scena aperta da parte di un pubblico non molto numeroso; ripetuti richiami sul palco per i bravi attori Lina Milano, Rita Grasso, Enrico D'Armiento e Santo Cavallo.
Il singolare lavoro ha colpito per originalità, taglio surreale, capacità di fare con brio il processo sia alle intenzioni che ai fatti degli incroci amorosi, alleggerendo gli aspetti drammatici degli avvenimenti e caricando di humor ed ironia le passioni tradotte dagli amanti-cronisti in una sorta di reportage retrospettivo. Mai statica ma in continuo movimento, sviluppata secondo i canoni di una apparente leggerezza che lascia trasparire invece la forza delle pulsioni, la recitazione ha preso velocità fin dalle prime battute in virtù del motore portante: il dialogo.
La suggestione trasmessa dai brani musicali ha dato corpo a rarefatte atmosfere sempre in bilico tra passato e presente. In esse ciascun personaggio si è rivelato nella più profonda essenza di essere umano vulnerabile che, quando meno se lo aspetta, si ritrova a fare i conti con sé stesso e con l'altra faccia della vita che non sia emulazione e ripetitività, scegliendo finalmente ciò che lo fa sentire vivo.