di Simone Avagliano


“Avete mai ballato il tango? Avete mai provato? Ballare il tango è una cosa che non si può spiegare con le parole… Perché l’importante non è la tecnica… è il cuore”. Con queste parole si apre Tango, uno spettacolo diretto da Roberto Belli e promosso dall’Associazione culturale Linea di Confine.
Tango tratta di una storia drammatica che ha per protagonisti due ragazzi, Carla e Miguel. Nella trama dominano le loro voci che si raccontano non soltanto a parole ma anche con il proprio corpo. E le loro tensioni cresceranno di pari passo con il dipanarsi di una sconvolgente verità che sarà anche un nuovo punto di partenza. Abbiamo qui una ricerca, il bisogno di riempire un vuoto o di trovare una via d’uscita da un disagio, la cui soluzione potrebbe essere proprio quest’abbraccio di corpi quale è il tango. Un ballo che non è un’arte malinconica e triste come molti erroneamente credono, ma è prima di tutto una condivisione, uno scambio di sensazioni e di sentimenti che arricchiscono e riempiono ogni istante che lo si vive.
Tango è quindi un racconto di umanità, un’umanità intensa, vitale che non accetta di essere sopraffatta ma vuole reagire; la dimostrazione che anche nel buio più totale può sopravvivere qualcosa di positivo e che la consapevolezza di questo può darci forza ma soprattutto dignità. A farla da padrone in Tango è l’ottima capacità interpretativa dei suoi attori che riescono a evocare nel pubblico presente emozioni molto intense. Il tutto impreziosito da suggestivi momenti di tango argentino eseguiti da una coppia di ballerini che arricchiscono e completano il percorso interiore dei personaggi. I dialoghi guadagnano spessore anche grazie ad un uso attento delle luci, per il quale la regia ha posto una particolare attenzione come per il repertorio musicale che comprende tra i più rinomati compositori di tango argentino del calibro di Astor Piazzolla, Carlos Di Sarli e Mariano Mores.
La tecnica è dunque la scommessa su cui ha puntato il regista Roberto Belli, che ha all’attivo diversi spettacoli teatrali tra cui Frankestein Junior di Gene Wilder e Mel Brooks (2004), Il cappello di carta di Gianni Clementi (2006), Liolà di Luigi Pirandello (2008), Una pura formalità, adattamento teatrale dello splendido film di Giuseppe Tornatore (2009) e Amleto, brillante monologo! dall’opera omonima di William Shakespeare (2010). Lo stesso Belli è anche presidente della compagnia promotrice dello spettacolo, Linea di Confine, che dal momento della sua fondazione si occupa di favorire lo scambio interculturale mettendo a confronto diverse esperienze del mondo dello spettacolo e fare tesoro di questa unione tra varie realtà per proporre nuove soluzioni artistiche nei teatri della capitale.
Tango in conclusione è uno spettacolo toccante con una cornice molto dolorosa, rotta tuttavia dalla speranza e dalla vita, la cui forza prevale sempre se si ha il coraggio e la volontà di combattere per essa. Un viaggio di passione che non lascerà lo spettatore indifferente.