note di regia
"Avete mai ballato il tango? Avete mai provato?
Ballare il tango è una cosa che non si può spiegare con le parole...
Perché l'importante non è la tecnica... è il cuore."
Con queste parole inizia TANGO, affresco meravigliosamente poetico e infinitamente dolente sulla tragedia dei desaparecidos argentini.
Parole che identificano il destino dei due protagonisti e, forse, di un intero popolo che nel tango, sensuale e disperato grido di rabbia, di dolore e di passione, trova ancora oggi la sua ragione di essere.
Eppure, ciò che mi ha spinto a lavorare su questo testo, assieme ad un gruppo di attori e ballerini giovani e straordinariamente bravi, è la sua universalità, capace di rappresentare ogni singola infinita tragedia di chi, in qualunque parte del mondo, è vittima di un feroce sopruso da parte di chi detiene il potere.
Tango è perciò denuncia e grido di disperazione di un mondo che non riesce ad affrancarsi dalla violenza dell’uomo sull’uomo e, contemporaneamente, speranza che l’essere umano riscopra la vera essenza di se stesso e dell’amore, suo unico, ineluttabile destino.
Roberto Belli