Premio Totola.
Un «cappello» fatto con passione
che regala emozioni

Si è rivelato un impareggiabile e struggente reportage popolare ambientato in piena seconda guerra mondiale a Roma la commedia "Il cappello di carta" proposta (ultimo spettacolo in concorso) dalla compagnia capitolina Linea di Confine. Con estrema umiltà e vero talento, gli interpreti hanno saputo trasferire emotivamente la storia di un piccolo gruppo di parenti (madre, padre, figlio, figlia, zia vedova, nonno e giovane genero) in una realtà collettiva senza limiti di spazio e tempo.

Identificarsi con i protagonisti di questa vicenda universale animata dal motto "l’unione fa la forza", insomma, è stato immediato fin dalle prime battute. Non è retorico definire alchimia dell’anima la capacità del bellissimo testo, scritto da Giovanni Clementi, di scolpire ad arte il carattere di ogni personaggio. Il tutto unito da un collante solidissimo seppure fatto di farina e acqua: il dialogo in romanesco, ironico, imprevedibile, verace. Al regista Roberto Belli, va quindi il merito di aver dato forma e vita propria ad un intreccio da romanzo, diretto con verismo e poesia.

Michela Pezzani