Premio Totola:
I vincitori


Giunto alla nona edizione, il festival nazionale di teatro, unico in Italia, dedicato con cadenza biennale all’autore italiano contemporaneo dall’Assessorato allo Spettacolo del Comune a ricordo e nel nome di Giorgio Totola (regista e attore veronese, scomparso nel 1987) ha espresso, dopo attenta valutazione da parte della giuria, composta da Giuseppe Liotta, presidente, Lina Totola, Mario Guidorizzi, Nicola Pasqualicchio e Paola Bonfante, i vincitori dell’omonimo Premio per il 2007.
Tra una rosa di sei compagnie, selezionate tra le oltre cinquanta in concorso provenienti da tutta Italia, che con il loro numero elevato hanno confermato l’importanza e la risonanza nazionale acquisita nel tempo dall’iniziativa, la messe dei numerosi premi è stata appannaggio dell’Associazione Culturale Linea di Confine, di Roma, e dell’Accademia Teatrale Francesco Campogalliani, di Mantova.
In un contesto di offerte caratterizzate da un forte interesse nei confronti delle tematiche familiari o relative alla complessità dei rapporti interpersonali e collettivi, la prima formazione ha presentato "Il cappello di carta", di Giovanni Clementi, e la seconda "Nel nome del padre", di Luigi Lunari.
"Il cappello di carta", vincitore quale miglior testo e migliore spettacolo, narra, tra comicità e dramma, in un linguaggio teatrale semplice e immediato, espresso attraverso il parlato quotidiano, la piccola storia familiare di gente comune, elevandola con semplice e toccante senso teatrale a testimonianza di Storia autentica. L’elaborazione scenica, che si avvale della spontanea efficacia recitativa di tutti gli interpreti, di una regia attenta del pari al gesto e alla parola, senza calo di ritmo di scena in scena, evoca atmosfere realistiche e stranianti ad un tempo.
Una proposta di sicura godibilità, che ha catturato anche le simpatie della Giuria Giovani, introdotta da quest’anno, e che ha confermato per "Il cappello di carta" il giudizio quale miglior spettacolo.
"Nel nome del padre", storia di anime tormentate dal pesante retaggio impresso su loro dalle importanti personalità paterne, raccontata sulle note di una commedia sentimentale e ottimista di forte impatto emotivo, aprendo squarci importanti su antitetiche visioni del mondo e della storia, ha ottenuto invece il riconoscimento quale miglior allestimento, per la migliore attrice e migliore attore e per la migliore regia. Semplice l’impianto scenografico, costruito in modo da proporre cambi di situazioni, passaggi temporali, brani storici dagli sconvolgenti effetti fotografici, atmosfere diverse e mutevoli. Brava Francesca Caprai, che fa emergere gradualmente la ricchezza interiore di un personaggio volutamente giocato su tonalità minori, e bravo Claudio Soldà, che offre una prova interpretativa di rimarchevole spessore e sorprendente duttilità nella resa di personaggi diversi quali quello del figlio, segnato dal trauma dell’abbandono, del padre Togliatti, tratteggiato tra pubblica abnegazione politica e privato cinismo familiare, e del vecchio Kennedy, che tutto sacrifica sull’altare del mito della grande famiglia. Ottima pure la regia di Aldo Signoretti, nella costruzione di due complessi caratteri umani e nella direzione di attori dalla notevole resa recitativa, in un’appropriata ambientazione che si avvale di un sottile gioco di luci e di consone scelte musicali.

Franca Barbuggiani